Cesare Berlingeri
Io, ogni volta che dipingo un’opera o che mi metto a costruire un mio lavoro, ho il bianco nel cervello: io ci arrivo come un bambino che non ha ancora imparato a scrivere e comincia tutto da capo, dalle asticine per arrivare ad un alfabeto compiuto. Ho sempre pensato che entrando con purezza nel tempio del mio lavoro può darsi che la preghiera abbia effetto.
Sabrina Mezzaqui
Sono figlia di una generazione a cui l’essere donna non ha precluso alcuna strada e certamente dobbiamo tanto alla generazione che ci ha aperto questa strada. Rispetto ai valori che tu definisci femminili, secondo me sono stati demandati al femminile da una società patriarcale che li ha sviliti, ma sono in realtà valori che appartengono a uomini e donne ugualmente, valori umani.
Roberto Pugliese
Non ragiono né per suoni né per immagini, bensì vengo sedotto da “audio-visioni”, ovvero è come se nella mia mente i due linguaggi confluissero in uno; se penso ad una forma questa per me ha già un senso sonoro e viceversa.
Chiara Dynys
Il mio linguaggio si evolve in modo fluido: viverlo e capirlo è come entrare nell’acqua. È un lavoro mobile, in costante definizione. Le singole opere non rincorrono uno stile, ma abitano tutte un’unica dimensione linguistica e concettuale.
Giorgio de Finis
Il mio sogno nel cassetto è che Metropoliz possa essere un giorno libero dalla paura e tornare ad essere a tutti gli effetti (anche giuridicamente) un pezzo della nostra Roma, che avrebbe guadagnato così la sua città meticcia e il primo museo abitato del pianeta Terra.
Loris Cecchini
Storicamente natura e tecnologia si stratificano, dando poi luogo a un paesaggio complessivo. Accanto al dato naturale esiste il nostro approccio culturale che è tradotto in tecnologia, ed è il sapere di un momento storico.