Andrea Festa Fine Art nasce nel 2020, in piena pandemia, dalla volontà del collezionista Andrea Festa di portare il proprio contributo alla scena contemporanea, aprendo al pubblico la propria abitazione privata sul Lungotevere, con vista su Castel Sant’Angelo.
Alla ricerca di nuovi talenti tra pittura e scultura, la galleria affianca artisti emergenti internazionali in grado di coniugare senso ed estetica nel tempo presente.
Grazie a un impegno costante e a una selezione coerente, a pochi anni di distanza Andrea Festa Fine Art si posiziona sul panorama romano come una galleria d’arte accogliente e dinamica, sempre intenta ad ampliare confini e orizzonti, con lo sguardo rivolto al futuro.
>> Fonti e approfondimenti in fondo all’intervista.

da sinistra: Andrea Festa (gallerista e direttore di Andrea Festa Fine Art) e Victoria Shimano (direttrice) | ph. Eleonora Cerri Pecorella
Caro Andrea, ci racconti di quella volta in cui hai deciso di aprire la tua home gallery a Roma, sul Lungotevere?
Andrea Festa: È stata una scelta che ha cambiato la mia vita, decisamente in meglio!
Nel 2008 mi sono trasferito definitivamente a Roma e per puro bisogno di arredamento ho iniziato questa magnifica avventura del collezionismo, che ha finito con l’assorbire tutto il mio tempo libero.
All’epoca non ero troppo soddisfatto del mio lavoro e dentro di me sognavo di aprire una mia galleria… ma, non avendo alle spalle studi classici, di arte o precedenti esperienze, la paura era tanta.
Arrivato a 35 anni sempre con questo desiderio, ho capito che se avessi aspettato ancora avrei vissuto di rimorsi.
Così mi sono licenziato e ho aperto la galleria nell’appartamento in cui vivevo.
Mi è sembrata una scelta ovvia: appartamento molto elegante, soffitti alti, luce naturale, dimestichezza nel ricevere appassionati e addetti ai lavori per visitare la collezione…
Inoltre non avevo grossi budget a disposizione, e l’idea di prendere uno spazio più modesto non si allineava alla mia visione particolarmente forte in termini di estetica: il senso dell’opera d’arte è importante, ma per me lo è anche la forma.
È stata un’esperienza totalizzante e direi anche parecchio bohémien!
Come puoi immaginare, vivere in una galleria d’arte è entusiasmante, ma oggi posso dirti di essere contento di essermi trasferito e aver diviso la sfera privata da quella pubblica.
C’è un tempo per tutto, ed era arrivato il momento di cambiare.

installation view: The Pine and the Moon – Sebastián Hidalgo, 2023 | Courtesy Andrea Festa Fine Art | Ph. Eleonora Cerri Pecorella
Come ti ha accolto la città, sia in termini di frequentazione e di pubblico, sia per quanto riguarda il circuito culturale romano?
Andrea Festa: Sono nato e cresciuto a Torino, dove ho completato gli studi fino alla laurea in Farmacia, perciò quando sono arrivato nella capitale non avevo una base di contatti pregressi. Anche la maggior parte delle persone conosciute qui nel mondo dell’arte erano per lo più stranieri o non residenti a Roma.
Questa premessa per dire che davvero la galleria è iniziata da zero: al primo opening c’erano per lo più amici. Nel tempo abbiamo saputo conquistare un nostro pubblico attento, che cambia ogni volta in base al tipo di artista che presentiamo, e questo mi rende orgoglioso e felice.
Ad oggi, soffro un po’ la mancanza di dialogo con le istituzioni pubbliche, ma più che un atto di accusa si tratta di un mea culpa.
Ho passato i primi anni cercando fortissimamente di portare la galleria il più lontano possibile, usando lo spazio romano come avamposto.
Ora sento invece che è arrivato il tempo di tornare a casa, rivolgere lo sguardo verso l’interno e creare quel dialogo con alcune eccellenze romane che ancora mi manca.
Ci sto lavorando.

Sinead Breslin: Erin Sailing, 2024, Oil on Canvas 120 × 100 cm | Courtesy the artist and Andrea Festa Fine Art
Andrea Festa Fine Art si occupa principalmente di artisti emergenti internazionali. Perché questa scelta ultra contemporanea?
Andrea Festa: Bella domanda!
Non ho avuto scelta, forse. La scena dell’arte contemporanea emergente è talmente vivida, ricca, intensa e travolgente che, una volta che ci sei dentro, non ti resta campo libero per studiare, approfondire e trattare altro.
Inoltre, la ricerca del talento ancora da scoprire è forse l’aspetto più gratificante del mio lavoro.
Guardo al presente perché i temi e il linguaggio con cui viene veicolata l’opera siano attuali, appartenenti al mio stesso tempo.
L’artista guarda al mondo con occhi e una prospettiva diversa e mi interessa capire come vede il mondo di oggi, non quello di ieri.
Non userei però la parola ultra contemporaneo per la mia galleria.
Tutto mi sembra così fresco e immediato nel programma che porto avanti, poi però mi rendo conto che gli artisti con i quali collaboro ormai da anni, come ad esempio Silvia Giordani, Sinead Breslin e Yann Leto tra gli altri, hanno tutti più di 30 o 40 anni, come il sottoscritto.
Quindi diciamo giovani e contemporanei, senza ultra (lol).
Per quanto riguarda l’internazionalità, è vero che diversi artisti sono stranieri, ma anche in questo caso la situazione è più fluida.
Per esempio, Yann Leto è francese ma in Italia da diversi anni, invece Xitong Guo, che esporrò a maggio, è cinese con base a Bologna.

Yann Leto: The Day After, 2024, oil and airbrush on linen, 188 x 145 cm | Courtesy the artist and Andrea Festa Fine Art
Oltre al naturale proseguimento del tuo percorso di collezionista, che cosa significa lavorare, promuovere e sostenere l’arte emergente nel contesto attuale?
Andrea Festa: Significa assumersi una responsabilità.
Sostenere l’arte emergente non è solo una scelta estetica, ma anche un impegno concreto verso gli artisti e il loro sviluppo.
Il mio lavoro non si limita alla vendita delle opere che è comunque alla base: è un processo che include ricerca, promozione, curatela e costruzione di relazioni.
Creare un dialogo tra artisti, curatori e collezionisti è fondamentale per dare solidità alla carriera degli artisti che rappresento.
Viviamo in un’epoca di cambiamenti rapidi e profondi, e il mercato dell’arte non fa eccezione.
Oggi assistiamo ad una crisi del mercato. Colleghi che ammiro hanno chiuso i loro spazi e la situazione spaventa un po’. Inoltre, la mancata riduzione dell’IVA da parte del governo italiano rende tutto ancora più sconfortante.
Per questo è necessario avere una visione a lungo termine, capace di adattarsi alle trasformazioni, di anticipare le nuove tendenze e di farsi scudo contro le intemperie: c’è un momento per avanzare e un momento per resistere.

SunJing: House of Cards, 2022, acrylic paint on paper,80x60cm | Courtesy the artist and Andrea Festa Fine Art
In questi primi anni di attività, quali sono stati i maggiori traguardi e i cambiamenti avvenuti tra le mura della tua home gallery?
Andrea Festa: La crescita della galleria è stata organica e naturale.
Mi sono tolto parecchie soddisfazioni, ho venduto lavori a stelle di Hollywood e del mondo del football, ho assicurato opere a musei privati e istituzioni in Cina e in America.
Inoltre, come dicevo prima, dopo quattro anni di attività ho sentito l’esigenza di fare un passo avanti: da home gallery, lo spazio si è trasformato in una vera e propria galleria.
Abbiamo anche inaugurato Sala Nova, uno spazio parallelo all’interno della galleria, dedicato a un programma espositivo più sperimentale.
La prima mostra di Sala Nova è stata una personale di Yann Leto, con cui collaboriamo dal 2021, che ha presentato opere inedite con cornici in ceramica ispirate alla cultura pop e al cinema degli anni ‘70 e ‘80.
Il prossimo appuntamento di Sala Nova sarà il 21 marzo con una mostra dedicata solo a lavori su carta di alcuni artisti del nostro programma: Works on paper, di Sinead Breslin, SunJing e Sebastiàn Hidalgo.

installation view: Sala Nova, 2025 | Courtesy Andrea Festa Fine Art | Ph. Eleonora Cerri Pecorella
E quali saranno invece le sfide per il futuro di Andrea Festa Fine Art?
Andrea Festa: L’obiettivo è crescere ulteriormente a livello internazionale e avere un rapporto più stretto con le istituzioni italiane.
Mi manca la partecipazione a fiere come Frieze e Basel, ampliando il programma della galleria e portando i nostri artisti su una scena globale.
Inoltre ho un sogno nel cassetto: l’apertura di una seconda sede.
Parigi è una città che amo particolarmente, in cui la scena dell’arte emergente è vibrante.
Oggi non è forse il momento giusto per investire ulteriormente, ma nel frattempo io manifesto, poi vedremo cosa succederà.

installation view: Echoes of Self – Katia Lifshin, Eetu Sihvonen, 2025 | Courtesy Andrea Festa Fine Art | Ph. Eleonora Cerri Pecorella
Fino al 18 marzo è in corso Echoes of Self, doppia personale di Katia Lifshin ed Eetu Sihvonen. Ce ne parli?
Andrea Festa: L’esposizione esplora i temi del mistero e della presenza del sé tra reale e surreale, indagando l’identità che si manifesta attraverso i sogni.
Per l’occasione, sono esposti cinque dipinti a olio di Katia Lifshin e sei sculture di Eetu Sihvonen.
Amo particolarmente questa soluzione di contrapporre uno scultore ad un pittore, perché si crea immediatamente una tridimensionalità e uno scambio di energie forte all’interno dello spazio.
Katia Lifshin (n. 1993) è un’artista nata in Ucraina e cresciuta in Israele. Il suo lavoro supera i confini tra il mondo umano e quello naturale. La natura è al tempo stesso musa e tela nella sua pratica artistica, dando vita a un paesaggio visivo a ffascinante, permeato da immagini surreali ispirate alla vita quotidiana e a esperienze psichedeliche.
Dualità emotiva, tensione e conflitti interiori si manifestano attraverso le gambe, le braccia e le trecce delle ragazze di Lifshin.

Katia Lifshin: Cargo, 2024, Oil on linen, 100 x 100 cm | Courtesy the artist and Andrea Festa Fine Art
Eetu Sihvonen (n. 1994) vive e lavora a Helsinki, Finlandia. Lavora spesso con legno, metallo e oggetti realizzati con strumenti digitali come il 3D modeling e l’animazione. Sihvonen fonde questi elementi in installazioni e opere singole ispirate alle tecniche artigianali tradizionali, alla narrazione e al mondo dei giochi di ruolo, esaminando gli elementi della nostra realtà mentre costruisce una cosmologia, una geografia e esseri antropomorfi che abitano questi spazi.

Eetu Sihvonen | Courtesy the artist and Andrea Festa Fine Art | Ph. Eleonora Cerri Pecorella
Quali mostre e progetti hai in programma per questo 2025?
Andrea Festa: La prossima mostra sarà la prima mostra in italia di una pittrice molto interessante di base a New York: Lauryn Welch, opening il 29 marzo.
Ho già portato i suoi lavori a Future Fair, fiera giovane che si svolge a Chelsea in maggio, e in un paio di group show.
Ora sta lavorando ad una nuova serie con il cianotipo, riprendendo scene notturne.
Subito dopo parteciperemo ad una giovane fiera milanese, Mega Art Fair, dal 2 al 6 aprile.
L’8 maggio inauguriamo una doppia personale di Xintong Gao e Leo Orta a cui tengo particolarmente, curata da Domenico de Chirico.
Dal 9 all’11 maggio saremo inoltre presenti, insieme alle altre gallerie romane, al Roma Gallery Weekend.
L’estate vedrà una sequenza di group show.
Il primo curato dall’artista romano Gianni Politi a giugno, e il secondo a luglio curato da Zhimin Zhang di Willow Art Space.
Ad agosto si terrà la prima residenza in Sala Nova di Emiliana Henriquez, con cui poi inaugureremo la stagione espositiva a settembre.
FONTI e APPROFONDIMENTI:
– sito ufficiale Andrea Festa Fine Art, Roma (link)
– sito ufficiale Roma Gallery Weekend (link)

installation view: Prima Vista – Silvia Giordani, 2024-2025 | Courtesy Andrea Festa Fine Art | Ph. Eleonora Cerri Pecorella

installation view: Kinder than Solitude – Matija Čop, SunJing, 2024 | Courtesy Andrea Festa Fine Art | Ph. Eleonora Cerri Pecorella
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