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Coreografia della Natura: i Fantasmata di Marta Spagnoli

In una nuova serie di dipinti presentati alla GALLERIA CONTINUA di San Gimignano, Marta Spagnoli esplora il mondo della coreografia, allestendo una scenografia sensuale dove forme organiche e vegetazione marina si rincorrono in danze vibranti di ritmo e colore.

Partendo da temi esplorati nella sua ricerca più recente, la giovane artista, figura di spicco della pittura contemporanea, riflette su un termine filosofico, Fantasmata, che un trattato della metà del Quattrocento descrive come arresti improvvisi e carichi di pathos fra due movimenti consecutivi di una danza, momenti topici che contengono in potenza passato, presente e futuro dell’intera coreografia.

Nella serie in mostra alla CONTINUA ciuffi di alghe e filamenti ondeggiano e si rincorrono danzando o s’aggrovigliano in matasse dove le linee vorticose e contorte ed esplosioni di colore comunicano emozioni che variano ad ogni singolo dipinto.  

La ricerca di Marta Spagnoli si è spesso concentrata sul il mondo naturale e la sua mutevolezza. La sua tecnica è caratterizzata da un processo di continua stratificazione e modificazione della superficie pittorica, che alterna momenti di controllo a gesti accidentali. Il disegno è costante nel suo percorso creativo e il frammento un elemento centrale della sua estetica.  

Marta Spagnoli ha costruito un linguaggio personale che attinge liberamente a un ampio repertorio di immagini, alimentando una ricerca che esplora la complessità del nostro rapporto con la natura, con il corpo sociale e con il passato.


Marta Spagnoli ©photo Ela Bialkowska OKNO studio

Marta Spagnoli ©photo Ela Bialkowska- OKNO studio

Come si relaziona questa tua serie di dipinti con l’idea di coreografia e di danza espressa nel titolo Fantasmata?

Marta Spagnoli: Quello che mi interessava è l’immagine che la parola fantasmata, dal significato culturalmente molto denso, rappresenta, in particolare focalizzandomi sull’aspetto della danza e della coreografia. Mi sono imbattuta nel trattato sulla danza di Domenico da Piacenza, che è stato rielaborato a sua volta da Alessandro Pontremoli, di cui ho letto alcuni passaggi teorici.  

Nella mia pratica ho già affrontato la relazione di movimento, tempo e spazio attraverso la dimensione della danza, esplorando l’idea del corpo individuale che si unisce al corpo di ballo, quindi l’idea di ‘corpo’ come gruppo. 

La parola fantasmata ha accompagnato e nutrito tutta questa nuova serie di opere ed è per me talmente evocativa che questa scelta è stata molto istintiva. Nello specifico m’interessava l’istante in cui la coreografia ha un’interruzione, una pausa di sospensione del movimento, come parallelismo con il mio lavoro. Quest’idea del congelamento del movimento è un buon focus per leggere queste mie opere. 

Benché sia partita da soggetti specifici, il segno, che è diventato un elemento simile a un filamento naturale, descrive uno spazio, dei corpi e delle relazioni che esistono all’interno della tela. Ma i veri soggetti sono il movimento e una dimensione emotiva legata al modo che ho di percorrere la tela e di entrare all’interno del suo spazio. Credo che vi confluiscano tutte queste cose.

Marta Spagnoli:  Fantasmata, 2025, Veduta generale della mostra, Galleria Continua, San Gimignano

Marta Spagnoli: Fantasmata, 2025, Veduta generale della mostra, Galleria Continua, San Gimignano | Cortesia: l’artista e GALLERIA CONTINUA, Foto: Ela Bialkowska, OKNO Studio

A proposito di dimensione emotiva, Giorgio Agamben, nella sua interpretazione di ‘danzare per fantasmata’ , danzare per immagini, ha sottolineato l’importanza del pathos, dell’emozione congelata ma latente in potenza. Questa immagine sembra particolarmente adatta a descrivere questi tuoi dipinti.

Marta Spagnoli: Sono consapevole che fantasmata è un termine che fa parte della filosofia occidentale da Aristotele in poi, ma il mio approccio è stato veramente quello di canalizzare una domanda sull’immagine stessa e sulle mie immagini. 

Riguardo a questo concetto di danzare per immagini: penso che questa serie sia come un po’ come porre la stessa domanda più volte. Non ho particolarmente ricercato l’interpretazione di Agamben o Aristotele. Io accosto moltissimo al mio lavoro la lettura e la letteratura, però poi il lavoro non è mai una trasposizione di ciò che leggo. 

L’ idea di sospensione, di arresto improvviso che si può avvertire all’interno della narrazione, è un momento carico di tutto il movimento della coreografia passata e ci fa immaginare quello che succederà poi, e quindi è profondamente carico di energia. Nella serie, il punto di partenza è il mondo organico e vegetale e l’utilizzo di elementi come la vegetazione marina, le alghe e forme organiche, che sono pretesto per l’utilizzo di una sorta di gerarchia gregaria fra gli elementi, quindi un’interazione di queste forme.

Marta Spagnoli: Algae VI, 2025 - acrilico e olio su tela, 45 x 55 cm

Marta Spagnoli: Algae VI, 2025 – acrilico e olio su tela, 45 x 55 cm | Cortesia: l’artista e GALLERIA CONTINUA – Foto: Ela Bialkowska, OKNO Studio

Hai descritto i primi gesti di quando ti accingi a dipingere come sovente casuali. Metti la tela sul pavimento e vi getti sopra acrilico e acqua.  Questa scelta di affidare l’incipit al caso come influenza l’evoluzione del quadro e quanto il tuo gesto iniziale resta parte integrante del lavoro finito?

Marta Spagnoli: Parto dall’ultima parte della tua domanda, cioè dall’idea di integrare il primo livello della pittura con l’ultimo, perché nel mio lavoro è sempre molto importante percepire lo stadio iniziale, la tela grezza, intonsa, che per me è estremamente evocativa e sempre visibile, come il primo strato e in generale tutti i livelli del lavoro. Quest’ultimo procede per sovrapposizione di livelli e tutta la sequenza deve risultare visibile. Gli ultimi strati sono quasi in rilievo, dove la matericità è manifesta. 

Gli stadi iniziali sono parzialmente governati, quindi lavoro in orizzontale e l’acrilico che viene lavato via dall’acqua fa sì che accadano degli incidenti di cui mi servo volentieri, perché sono estremamente suggestivi: è lavorare con un’atmosfera. Quindi ritorna l’idea della spazialità nella quale mi addentro, c’è un muovere la materia pittorica finché è fresca, che asseconda moltissimo l’istante in cui mi trovo io e la modalità con cui reagisce la pittura con l’acqua. Sicuramente anche questa casualità mi è utile per sviluppare le immagini. Soprattutto Fantasmata 1 e 2 sono ambienti nei quali mi sono proprio immersa.

Marta Spagnoli: Algae V,  2025 - acrilico e olio su tela, 45 x 55 cm

Marta Spagnoli: Algae V, 2025 – acrilico e olio su tela, 45 x 55 cm | Cortesia: l’artista e GALLERIA CONTINUA, Foto: Ela Bialkowska, OKNO Studio

Puoi darmi un esempio di come un elemento iniziale abbia preso forma in un modo inaspettato in un tuo lavoro, e ne ha modificato completamente il corso? 

Marta Spagnoli: Non procedendo con bozzetti, non ho delle fasi vere e proprie preparatorie; quindi, direi che quello che hai descritto mi succede quasi sempre, tendenzialmente prendo un elemento, o più di uno, e poi è veramente una questione di relazioni. Quando vado a riportarli sulla tela assecondo completamente la relazione fra gli elementi che vado ad apporre. 

Marta Spagnoli: Fantasmata II, 2024- acrilico, olio, grafite su tela, 160 x 230 cm

Marta Spagnoli: Fantasmata II, 2024- acrilico, olio, grafite su tela, 160 x 230 cm | Cortesia: l’artista e GALLERIA CONTINUA, Foto: Ela Bialkowska, OKNO Studio

Qui in mostra però vedo riprodotto in una nicchia una specie di studiolo, dove sono presenti prove, uno sketchbook e diversi disegni.

Marta Spagnoli: Sì, io disegno tanto, ma non sono opere che vado a inserire tali quali nei dipinti, magari ci sono alcuni elementi che posso poi utilizzare nella tela. Tendenzialmente il disegno è un po’ l’ossatura del mio lavoro,

Per me il segno e il segnare, anche accidentale e non finalizzato alla rappresentazione di qualcosa, sono indispensabili alla narrazione. Da qui l’idea di muovere le masse con l’acqua, ma anche di tracciare dei segni che magari non sono finalizzati a raffigurare qualcosa di specifico.

A parete nello studiolo ci sono invece delle matrici in carta che ho utilizzato nello specifico per questa serie.  Non sempre lavoro così, ma in questo caso ho scelto degli elementi simbolo, come l’alga, disegnati su carta e poi li ho riproposti riportandoli ripetutamente sulla tela, per dare un senso di movimento. Volevo mettere in luce questa sorta di matrici, ho trovato interessante proporle perché rendono visibile come la serie abbia un singolo elemento ripetuto che genera un gruppo complesso di relazioni di movimento, anche per me inaspettato.

Marta Spagnoli: Fantasmata III, 2024- acrilico, olio, grafite su tela, 160 x 230 cm

Marta Spagnoli: Fantasmata III, 2024- acrilico, olio, grafite su tela, 160 x 230 cm | Cortesia: l’artista e GALLERIA CONTINUA, Foto: Ela Bialkowska, OKNO Studio

In un lavoro appare una griglia geometrica, un elemento nuovo nel tuo lavoro se non sbaglio, che crea un contrasto con la fluidità della rappresentazione di elementi naturali.

Marta Spagnoli: Si, una novità, anche questa è nata per una casualità, nel senso che lavorando con questi elementi su carta, ho isolato le parti dove poi avrei passato la pittura ad olio con dello scotch. Nel dipinto e si è registrata questa serie di strisce dello scotch che poi ho prolungato e sfruttato. 

M’interessava ragionare in base allo spazio, perché in qualche modo questa griglia delimita e delinea un nuovo spazio, diverso da quello intonso della tela che ho preservato.

Marta Spagnoli:  Fantasmata, 2025, Veduta generale della mostra, Galleria Continua, San Gimignano

Marta Spagnoli: Fantasmata, 2025, Veduta generale della mostra, Galleria Continua, San Gimignano | Cortesia: l’artista e GALLERIA CONTINUA, Foto: Ela Bialkowska, OKNO Studio

Hai detto di attingere da un archivio di frammenti che provengono dai contesti più disparati. Come li selezioni e raccogli e in che modo li trasformi per farli diventare parte delle tue narrazioni?

Marta Spagnoli: Ad esempio, questa serie si compone di immagini random che io ho cercato su Internet e sono fotografie di alghe. Inizialmente sono anche immagini scientifiche che non hanno in sé un valore estetico, però nel momento in cui capto la forma che m’interessa la utilizzo. La provenienza può essere internet, ma possono anche capitarmi illustrazioni di alcuni libri o fotografie che ho scattato io da cui poi isolo un elemento.

La fotografia è assolutamente da intendere come mondo dal quale attingo, ma che poi non utilizzo per riportarla sul quadro, soprattutto mai a livello cromatico.  Solitamente è solo un punto di partenza per il disegno degli elementi, ma disegno molto anche senza l’ausilio della fotografia.

Marta Spagnoli: Algae IV, 2025 - acrilico e olio su tela, 45 x 55 cm,

Marta Spagnoli: Algae IV, 2025 – acrilico e olio su tela, 45 x 55 cm, Cortesia: l’artista e GALLERIA CONTINUA, Foto: Ela Bialkowska, OKNO Studio

Un elemento ricorrente nel tuo lavoro è il riferimento alla mitologia. In che modo pensi che l’immaginario mitologico possa aiutarci a ripensare il nostro rapporto con la natura e col modo di stare al mondo?

Marta Spagnoli: Il mito è stato un punto di partenza per me, ho iniziato proprio indagando questo tipo di narrazione. In realtà sono più attratta dall’aspetto mitopoietico, quindi dalla necessità di creare questo tipo di racconto, che abbia un carattere esemplare e anche la funzione sociale di ordinare a livello emotivo e psicologico degli aspetti della società. 

Non ho mai utilizzato il mito, di qualsiasi cultura, da un punto di vista citazionistico, ma piuttosto con l’idea di un’immagine che fosse universalmente riconosciuta o riconoscibile. M’interessa l’idea di atemporalità di una narrazione e il suo carattere ciclico. E poi mi è sempre interessato il rapporto del mito con la natura: nel senso che il mondo naturale ha alimentato nei secoli l’immaginazione e questo rapporto per me è importante.  

Un po’ mi piacerebbe insinuarmi in quella frattura contemporanea, per cui oggi il contesto naturale è uno sfondo delle attività umane, mentre continua a esserne fortemente integrato e vi irrompe quando viene lasciato fuori: io credo che il discorso naturale oggi abbia una grande valenza.

Marta Spagnoli: Algae I, 2024 - inchiostro acrilico e olio su tela, 45 x 55 cm

Marta Spagnoli: Algae I, 2024 – inchiostro acrilico e olio su tela, 45 x 55 cm | Cortesia: l’artista e GALLERIA CONTINUA, Foto: Ela Bialkowska, OKNO Studio

Quali sono le prime immagini e i repertori iconografici che hanno anche in parte orientato la tua ricerca?  Hai studiato a Venezia, cosa è rimasto impresso di ciò che hai visto nella città, della pittura veneziana o di quello che ti circondava?

Marta Spagnoli: Penso soprattutto la luce, perché è sempre l’elemento caratteristico della storia artistica di Venezia e della pittura veneziana. Penso che gli artisti che hanno vissuto a Venezia abbiano testimoniato che l’acqua e l’impatto con quel tipo di luce e di rifrazione, hanno influenzato un modo di disgregare l’immagine, di scomporla.  Questo è sicuramente l’elemento che anche a posteriori ha tanto influenzato il mio lavoro, l’idea d’immagine che si scompone e si ricompone.

Hai affermato di non voler rimanere in un ambito strettamente soggettivo con la tua pittura. È per te ancora un aspetto così importante, o le cose sono cambiate nel tempo?

Marta Spagnoli: Io parto da un’interiorità molto forte, appunto da questa componente dell’emozione di cui accennavo prima, quindi sicuramente parto da me.  Però quell’idea di poter cogliere anche un sentire più comune, che poi è quello che il mito si prefigge, l’idea di poter sondare un sentire umano e poterlo vedere emergere in contesti diversi, trovando dei rapporti, dei richiami, è importante. Penso che quello che muove la mia ricerca, alla fine, sia la ricerca di queste relazioni.

Marta Spagnoli:  Fantasmata, 2025, Veduta generale della mostra, Galleria Continua, San Gimignano

Marta Spagnoli: Fantasmata, 2025, Veduta generale della mostra, Galleria Continua, San Gimignano | Cortesia: l’artista e GALLERIA CONTINUA, Foto: Ela Bialkowska, OKNO Studio

Spesso nel tuo lavoro è emerso con forza anche il tema dell’ibridazione fra umano e natura.

Marta Spagnoli: Sì, gli ultimi lavori su questo tema sono del 2022- 2023, effettivamente quest’ultima serie è diversa. Io sono abbastanza ciclica, posso riprendere tematiche o magari delle vere proprie serie che ho interrotto anche dopo diversi anni. 

Negli ultimi lavori non c’è l’ibridazione di due specie o di due diverse entità che si fondono; tuttavia, penso che l’idea dell’aggregazione pensata all’interno del gruppo, di un corpo sociale, sia comunque presente. 

In questa serie l’ibrido non c’è, ma c’è una compenetrazione di forme, una sovrapposizione quasi identitaria nel pensare a queste alghe ed elementi naturali come a un paesaggio senziente, e sovrapporli al pensare e sentire umani.

Marta Spagnoli: Algae VII, 2025 – acrilico e olio su tela, 45 x 55 cm | Cortesia: l’artista e GALLERIA CONTINUA- Foto: Ela Bialkowska, OKNO Studio

In che direzione vorresti andasse il tuo lavoro?

Marta Spagnoli: Sicuramente mi piacerebbe molto ragionare sempre di più con lo spazio, anche uscendo dall’idea del quadro.  Il limite che la tela pone fa sì che io legga anche il vuoto, che ritengo tanto importante, come un vero proprio spazio in cui entrare; quindi, l’idea di accesso rende necessario il quadro ‘finestra’. Però anche l’idea di ragionare con lo spazio al di fuori della tela, quindi con lo spazio espositivo ma in generale qualsiasi spazio, è una cosa che mi attira moltissimo.

Marta Spagnoli: Algae VIII, 2025 - acrilico e olio su tela, 45 x 55 cm

Marta Spagnoli: Algae VIII, 2025 – acrilico e olio su tela, 45 x 55 cm | Cortesia: l’artista e GALLERIA CONTINUA, Foto: Ela Bialkowska, OKNO Studio


Fonti e approfondimenti:

Marta Spagnoli ‘FANTASMATA’

Fino al 22 aprile 2025

GALLERIA CONTINUA San Gimignano

Alessandra Alliata Nobili

Founder e Redazione | Milano
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