La geometria è al centro delle sue opere, come vede la relazione tra geometria e percezione umana?
Viviamo ogni giorno con una stabilità precaria sulla nostra ‘sfera terrestre’. La geometria è parte integrante di questa condizione, è dentro e attorno a noi. È un linguaggio che permea le nostre azioni e percezioni, coinvolgendo ciascuno di noi in modo diverso, attraverso i nostri sensi. Oggi la geometria è ovunque, sempre presente.
56-1969, tecnica mista su pannello, cm 140x140x10
Cosa rappresenta per lei l’alternanza tra bianco e nero nelle sue opere?
Il bianco e il nero per me sono come un alfabeto universale, un linguaggio visivo che uso per comunicare attraverso l’arte, il design e l’architettura. Non si tratta solo di contrasti cromatici, ma di un dialogo conoscitivo tra due realtà opposte. Non bisogna dimenticare il ‘grigio’, che non è un semplice colore ma piuttosto l’humus che permette a bianco e nero di comunicare tra loro in modo costruttivo.
513-2007, plexiglas, cm ø30×20,5
Cos’è per lei la scacchiera e cosa rappresenta?
Ritengo che la scacchiera sia uno spazio geometrico impegnativo da conquistare, un mezzo complesso e affascinante di incontri, tensioni, intelligenze e piaceri! Questo gioco rappresenta una sfida continua, un dialogo tra strategia e creatività.
Selb – Germania 2013, design M. Morandini, Azienda Rosenthal. R = 11 cm P = 5 cm Porcellana
Potrebbe raccontarmi in dettaglio il processo creativo dietro la scacchiera realizzata per Rosenthal?
Ho progettato la mia scacchiera in Germania nel 2003 in omaggio all’amico Philip Rosenthal. La creazione di questo progetto è legata al mio lavoro d’arte e design, nonché alla tradizione tedesca del gioco. Ho voluto concentrami su un nuovo piano di gioco ‘attivo’, sostituendo la classica suddivisione statica dei quadrati bianchi e neri. Ho deciso di dividere graficamente la superficie, dei soli quadrati neri o dei soli quadrati bianchi, in 11 linee parallele, con 6 righe nere e 5 bianche, lasciando intatti i quadrati bianchi.
Questo approccio consente di ottenere due diversi piani di gioco, uno più scuro e uno più chiaro, permettendo un duplice uso nei club o nei tornei. Questa scelta grafica non è solo un decoro, ma una vibrazione logica fondamentale che arricchisce l’atmosfera visiva e la qualità emotiva del gioco.
Quali scelte stilistiche e simboliche hanno guidato la sua interpretazione delle figure e della scacchiera stessa?
Ho voluto legare e far nascere le figure degli scacchi costruendole progettualmente all’interno di quattro archi circolari, simboli essenziali vicino alla tradizione che conferiscono loro una forma geometrica estetica, competitiva e intelligente. I pedoni, tradizionalmente simili, sono stati disegnati con dischi e elmi di protezione ergonomici, pronti per ogni battaglia. Non ho voluto approfondire una progettazione spettacolare per ogni figura, preferendo mantenere una simbolica identità classica.
642-2016, plexiglas, cm 45x90x18,5
Nelle sue opere sembra esserci una forte tensione tra vuoto e forma. Come concepisce il vuoto nelle sue composizioni?
Il vuoto è ciò che valorizza e determina la forma. Senza il vuoto, la forma perderebbe il suo significato. È un elemento essenziale e vitale nel processo creativo, uno spazio che permette all’opera di respirare e di esprimere pienamente la sua tensione esterna.
La tecnologia gioca un ruolo nelle sue opere o nel processo creativo?
Assolutamente no! Il mio processo creativo non è cambiato dai primi anni Sessanta, quando la tecnologia era agli albori. Non ho mai fatto affidamento su strumenti tecnologici per la mia arte. Il mio lavoro è legato alla manualità e alla mia passione, sono io l’artefice e il responsabile della sua nascita e della sua ragione.
652A-2016, legno laccato, cm 120x60x11,5
Nel 2016 ha fondato la Fondazione Marcello Morandini a Varese. Qual è la missione principale della Fondazione e quali sono i suoi obiettivi a lungo termine?
La Fondazione Marcello Morandini è nata con lo scopo di conservare e promuovere la mia opera e l’arte concreta e costruttivista, creando un punto di riferimento per questi movimenti in Italia e all’estero. Villa Zanotti, restaurata con l’aiuto di due amici collezionisti di New York, ospita una collezione permanente che racconta il mio percorso artistico e propone mostre temporanee, collaborazioni con musei e attività didattiche.
Tra i nostri progetti a breve termine c’è la costruzione di un ascensore per migliorare l’accessibilità, mentre a lungo termine vogliamo completare il restauro di tutte le parti della villa, incluso il quarto piano e il parco. Un altro progetto importante è la trasformazione di un rustico in un bistrot letterario con spazi per artisti in residenza. Siamo anche attivi nella comunità, con programmi dedicati all’Alzheimer e alle aziende locali, come il progetto ‘WelfArte’. Vogliamo inoltre rafforzare le collaborazioni con istituzioni come l’Università dell’Insubria.
Fondazione Marcello Morandini
FONTI e APPROFONDIMENTI:
Sito di Marcello Morandini
Sito della Fondazione Marcello Morandini
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