Fondata nel 1959 da Enrico Vannucci e da suo padre Ermanno, l’intento era quello di creare non solo un luogo espositivo, ma un polo culturale nel cuore di Pistoia. Questo spazio è stato il centro di dibattiti tra artisti, politici e cittadini sulle questioni cruciali dell’arte e della cultura e ha ampliato la sua missione nel corso degli anni.
A partire dalla metà degli anni ’90, la galleria ha intensificato le sue attività culturali, abbracciando artisti internazionali e mantenendo un legame speciale con la città.
Nel 2010, Massimiliano Vannucci si unisce alla direzione artistica, arricchendo la galleria con nuovi talenti contemporanei. Nel 2018, inaugura uno spazio post-industriale in Via Gorizia, antica sede delle officine Storai. Ho incontrato Massimiliano Vannucci in occasione della doppia personale di Michelangelo Consani e Emanuele Becheri Opere/Costellazioni per parlare dei principi che orientano la conduzione della galleria.
Opere/Costellazioni, veduta della mostra con le opere: Michelangelo Consani, Sopra i figli dei figli il sole, 2019, bronzo patata e erba prelevata dal parco di Celle (in primo piano); Michelangelo Consani, anarchico gesto di un occidentale, 2023, marmorina, gres porcellanato di Prospero Rasulo per Zanotta; Michelangelo Consani, il malatiello, 2023, marmo nero del Belgio, legno; Emanuele Becheri, Figura, 2020, terracotta, ossidi; Emanuele Becheri,Testa, 2018, terracotta, ossidi; Emanuele Becheri, Coppia, 2023, terracotta. Courtesy Galleria ME Vannucci, Pistoia. Foto Ernesto Mangone
Opere/Costellazioni, la doppia personale di Michelangelo Consani ed Emanuele Becheri in mostra fino al 21 aprile 2024, è il secondo appuntamento di una serie di dialoghi dove un artista della Galleria che ne invita un altro per una ‘conversazione’ che può prendere diverse forme. Puoi parlarmene?
Massimiliano Vannucci: Opere/Costellazioni è la seconda mostra della serie A due, nata un paio d’anni fa. La prima, Persone e palazzi, inaugurata lo scorso ottobre con la curatela di Pietro Gaglianò, creava un confronto dinamico fra le opere di Paolo Fabiani e Marco Neri sul tema della città, su cui entrambi lavorano con accenti diversi.
L’idea è che un artista della galleria inviti un artista con cui ha una certa affinità, artista di sua scelta, oppure scelto in collaborazione con la galleria. Ci piaceva la forma del dialogo anche come atto ‘politico’: l’idea che due personalità anche molto individualiste, come spesso sono gli artisti, si aprano al dialogo e al confronto ci sembra una bella presa di posizione in un momento storico come questo.
Michelangelo Consani: il malatiello, 2023, marmo nero del Belgio, legno, 34x32x133 cm |
Foto di Ernesto Mangone
Si creano delle aperture, l’uno si dona all’altro, e questo al di là dell’aspetto artistico è un bel messaggio. Noi siamo spettatori, creiamo solo lo spazio perché questo possa accadere.
Nel caso di Opere/Costellazioni, Michelangelo Consani è l’artista della Galleria che ha invitato Emanuele Becheri a un dialogo molto intimo perché mette a confronto opere che in un certo senso sono autoritratti. In questo caso non ci sono stati filtri curatoriali, è stato un rapporto diretto. I due artisti hanno invitato un altro artista, Francesco Carone, a scrivere un testo, molto poetico, sulla mostra.
Emanuele Becheri, Figura, 2020, terracotta, ossidi, 65x12x30cm. Foto Ernesto Mangone
Dagli esordi della Galleria, l’aspetto sociale dell’arte è stato importante nella scelta dei vostri artisti. Che cosa vi guida nella ricerca e nella scelta degli artisti che esponete in galleria?
Massimiliano Vannucci: Sicuramente siamo molto sensibili ad aspetti sociali e ambientali. I rapporti con le persone e con la città sono valori su cui è costruita la galleria. Quello che ci guida nella scelta degli artisti è soprattutto il loro percorso, le riflessioni, insomma tutto il processo che sta dietro all’opera.
L’oggetto poi è ovviamente frutto di una mediazione formale, ma ciò che ci interessa per capire il valore dell’artista è che l’opera sia davvero sincera, cioè rispecchi quell’artista e non sia un mero gioco estetico.
Con gli artisti meno strutturati, con quelli più giovani, è molto interessante vedere cosa c’è a monte dell’opera per capire le potenzialità e le possibilità di collaborare con noi. Quindi in qualche maniera il nostro è un percorso a ritroso su chi è l’artista. L’importanza della parte estetica è secondaria alla parte processuale.
Giovanni Termini: Consuete attenzioni, dal 2/10/22 al 6/12/2022, testo di Alessandro Rabottini | Ph Michele Sereni
Hai spesso sottolineato il legame della Galleria al territorio e a questo proposito organizzate una serie di eventi culturali. Me ne parli?
Massimiliano Vannucci: mentre la galleria si è rinnovata negli ultimi anni dal punto di vista degli artisti e dell’approccio all’arte, l’attività culturale e il legame al territorio è il filo conduttore da quando la Galleria è nata con mio nonno. Il concetto è non “snobbare” il nostro luogo di appartenenza, non solo per costruire un pubblico, ma anche per cercare di offrire una visione alternativa a quella delle istituzioni.
Proprio per la vocazione sociale con cui siamo nati vogliamo contribuire alla crescita della città. Poi naturalmente c’è l’aspetto semplicemente pragmatico di crearci un pubblico, aiutare le persone a leggere il nostro percorso e a capire che quello che facciamo ha un’attinenza al mondo reale.
Poi l’arte naturalmente non è fuori dal mondo economico, ha un legame con lo scambio e il commercio molto forte, e in questo modo veicola molto di più che con la sua presenza nei musei.
Antonello Ghezzi: la sedia del giudice, installazione e performance- 4 luglio 2022 – L’opera, che prende la forma del sedia del giudice di tennis, ha due posizioni invece di una. Rappresenta due visioni diverse, due verità e il dibattito filosofico che ne consegue. La performance coinvolge due contrapposti lati seduti uno di fronte all’altro indagando il tema e il loro ragioni, passando la parola lanciando la pallina da tennis.Il compito molto difficile dei giudici è quello di approfondire e ragionare sul dialogo del partecipanti che cercano di arrivare a un punto di sintesi.
A quale tipo di collezionismo vi rivolgete principalmente?
Massimiliano Vannucci: Negli anni abbiamo fatto un percorso di ricerca, anche con un taglio aziendale rivolgendoci a professionisti, per avere un ipotetico identikit del nostro collezionista ideale, che ha una fascia d’età che va dai trenta ai settant’anni, un bacino d’utenza più o meno coetaneo degli artisti che trattiamo.
Molti sono liberi professionisti con una buona fascia di reddito, ma non solo, a noi si avvicinano anche giovani senza grandi possibilità economiche, e cerchiamo in mille modi di facilitare loro gli acquisti, perché ci sembra un modo interessante per avvicinarli.
A quale fiere partecipate?
Massimiliano Vannucci: Le nostre fiere di riferimento oggi sono soprattutto Bologna e Torino.
Vittorio Corsini: non odiarmi.- testo di Gabi Scardi – dal 22/01/23 al 19/03/2023
A tuo parare c’è stata un’eccessiva proliferazione di fiere?
Massimiliano Vannucci: In Italia forse ce ne sono troppe di livello medio, sarebbe meglio concentrarle. Magari ridurre le quattro più importanti a due, dando ad una un respiro più internazionale e all’altra nazionale.
Comunque le fiere sono per noi un veicolo fondamentale, i nostri collezionisti vengono da diverse parti d’Italia, e stiamo aprendo canali all’estero. Il nostro trend nei prossimi anni sarà quello di crescere all’estero, in Italia in qualche maniera ci siamo attestati.
Quali sono i punti di forza e le criticità che percepisci nel tuo territorio dal punto di vista del collezionismo e del sistema museale pubblico?
Massimiliano Vannucci: I pregi di una città di provincia sono che abbiamo abbastanza libertà d’azione, nel senso che non avendo tanti competitors vicini, possiamo costruire il nostro programma di mostre senza entrare in rotta di collisione con altre gallerie.
Il maggior difetto è la difficoltà portare qui le persone. Ma questo può diventare un valore, la Galleria Continua a San Gimignano ce lo insegna.
L’arte contemporanea può essere un volano per rendere ancora più attraente un luogo che ha altri risvolti culturali interessanti: Pistoia ha una bella piazza medievale e straordinarie opere rinascimentali.
L’aspetto negativo è che il bacino museale è forse al momento la nostra maggiore difficoltà. I musei che ci possono accogliere in zona sono pochi e poco propensi a leggere quello che succede vicino.
Yael Karavan: plurale singolare – Performance ispirata all’omonima opera di Sandra Tomboloni, 27 ottobre 2018 ore 18.00 (nella foto Yael Karavan nella mostra inaugurale dell’attuale sede di via Gorizia)
Mi parli del concorso che avete recentemente organizzato per giovani artisti under 35?
Massimiliano Vannucci: Il concorso, che è legato alla memoria di mio padre, scomparso un anno fa, chiuderà a fine marzo. Lo abbiamo intitolato “Una volta bastava un chiodo”, frase che mio padre ripeteva sempre agli artisti che portavano costruzioni improbabili all’interno della Galleria.
Il concorso è aperto a tutti e a qualunque medium, unico vincolo sono un’aderenza ai valori che portiamo avanti da quando è nata la Galleria. Il bando è sul sito della Galleria e sulla bacheca di tante accademie in Italia. C’è un primo premio di duemilacinquecento euro. Altri due artisti verranno selezionati per esporre le loro opere in Galleria il prossimo settembre e si farà un piccolo catalogo.
È anche un nostro modo per fare scouting.
PISTOIA 3O SETTEMBRE 2017: MICHELANGELO PISTOLETTO, PRESENTE– Il terzo paradiso per le via della città di Pistoia in marcia da piazza duomo alla Galleria Vannucci nella precedente sede di via della Provvidenza 6 (in primo piano sul fianco di Pistoletto Enrico Vannucci fondatore della galleria da poco scomparso)
Domanda inevitabile per concludere: un paio di cose che vorresti cambiare nel sistema dell’arte Italiano?
Massimiliano Vannucci: Soprattutto mi piacerebbe che le istituzioni facessero protezione al sistema dell’arte italiano. Questo non significa non apprezzare gli artisti stranieri. L’Italia ha un giacimento importante di artisti, ma pochissimi emergono a livello internazionale, e questo la dice lunga sulla necessità di proteggere i nostri.
In secondo luogo, in Italia alcune gallerie sono dove ancora si fa ricerca sul contemporaneo, gallerie che lavorano sul primo mercato. Le gallerie italiane sono soggette all’IVA del 22% che frena un impulso che potrebbe essere interessante.
Ecco, vorrei un occhio di riguardo e magari qualche agevolazione per chi fa non solo mercato: un conto è acquistare un Fontana per poi rivenderlo, un altro è prendere un artista giovane e farlo crescere, sono investimenti ben diversi. Fare ricerca significa anche fare promozione culturale e investire.
Paolo Fabiani: I sette samurai, a cura di Pietro Gaglianò. Dal 13/02/2022 al 26/03/2022 | Ph Michele Sereni
Info:
Galleria Vannucci Arte Contemporanea – Via Gorizia 122, 51100 Pistoia
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