Cari lettori,
sono stata felice di incontrare nuovamente molti di voi amici ad ArtVerona 2022!
Quest’anno ho visitato la fiera in un’unica intensa giornata, con occhio vigile, mente attenta e cuore colmo.
Nel mio girovagare tra gli stand, alla rassicurante presenza di pezzi di storia e di ricerche più attuali che ne faranno parte, si sono altalenati quell’entusiasmo tipico delle nuove scoperte e il desiderio di approfondire qualche buona proposta, insieme a una eloquente sensazione di dejà-vu, per una certa misura evitabile e al tempo stesso ineluttabile.
Ma andiamo oltre l’abbondanza e la ridondanza, le domande e risposte giuste e sbagliate, e godiamoci le parole e le ricerche dei nostri 4 + 4 protagonisti, in ordine sparso.
>> Link e approfondimenti in fondo all’intervista.
Veduta sul red carpet realizzato da Stefano Arienti e con la in partnership con Aquafil S.p.A. per ArtVerona 2022, 13-16 ottobre 2022 | Credit ©Veronafiere-Ennevifoto
@ Galleria Il Ponte, Firenze
Perché hai scelto di presentare JEAN BOGHOSSIAN ad ArtVerona 2022?
Andrea Alibrandi, direttore Galleria Il Ponte, e Susanna Fabiani, ufficio stampa Galleria Il Ponte: Il Ponte presenta ad ArtVerona il lavoro di Jean Boghossian (Aleppo, 1949), artista belga di origine armena, che ha fatto del fuoco e del fumo la sua lingua espressiva su tele ed oggetti, soprattutto libri, su cui interviene con grande maestria.
Dopo la mostra in galleria dedicatagli nella primavera 2022, “Antinomia Ardente” a cura di Bruno Corà, le opere meritavano di essere esposte anche in fiera, e così contemplate da un pubblico più ampio.
Attivo dal 1975 a livello globale, la sua ricerca sull’antinomia tra distruzione e costruzione è una sperimentazione sull’uso del fuoco e la trasformazione dei diversi materiali impiegati attraverso di esso, o sui suoi effetti collaterali quali il fumo, le ceneri, i vuoti e i colori che esso rilascia o a cui si combina.
“L’opera di Jean Boghossian è testimone dei nostri tempi, cattura i paradossi che ci circondano: la guerra e la pace, la ricchezza e la povertà, contrasti tanto divergenti e reali che si impongono ai nostri occhi. Come può allora un artista spiegare queste contraddizioni con il linguaggio mimetico, il linguaggio della metafora… L’artista può essere testimone della sua epoca con il linguaggio della sua epoca. Il linguaggio di Jean Boghossian da solo incarna questo mondo di contraddizioni e contrasti, creatore e distruttore insieme: è il fuoco. Addomesticato, il fuoco diventa forza creatrice, ridisegna l’armonia, scolpisce la bellezza, installa i suoi colori. Il fuoco produce e diffonde ciò che è più vivo nell’arte. Questo linguaggio, creatore e distruttore, significa la rinascita della bellezza, dell’arte, della pace, tutte qualità che l’arte ha sempre trasmesso… È quasi uno sciamano che restituisce la connessione tra il cielo e la terra, perché è collegato alla trasformazione della materia… È quasi un Alchimista. Non si può omettere che Jean Boghossian comincia con l’oreficeria. Lavora l’oro. L’oro è legato alla pietra filosofale, il pensiero, la sensibilità. l’intuizione contro la realtà.” (Bruno Corà, Jean Boghossian. Cessez le feu!)
Jean Boghossian: Untitled, 2020 – burnt smoke on canvas, 130×200 cm | Courtesy Galleria Il Ponte | ph. Torquato Perissi
Jean Boghossian: Untitled, 2022 – burnt ashes on canvas, 140×140 cm | Courtesy Galleria Il Ponte | ph. Torquato Perissi
Jean Boghossian: Untitled, 2016 – tecnica mista, collage e fuoco, 40×60 cm | Courtesy Galleria Il Ponte | ph. Torquato Perissi
@ Paola Sosio Contemporary art, Milano
Perché hai scelto di presentare ZIQIAN LIU ad ArtVerona 2022?
Paola Sosio, direttrice Paola Sosio Contemporary Art Milano: Paola Sosio Contemporary Art rappresenta Ziqian Liu (Cina, 1990) in Italia da inizio 2022.
Il suo lavoro è stato ampiamente presentato a Milano a MIA Fair e con la mostra Inner Eye. Lo sarà a breve a Torino, a The Others Fair durante la settimana dell’arte e Artissima a inizio Novembre, e non poteva mancare ad ArtVerona, fiera frequentata da importanti collezionisti, curatori e direttori di musei, e amanti dell’arte contemporanea che hanno molto apprezzato il lavoro di Ziqian.
Per Ziqian Liu l’autoritratto è un modo per parlare a se stessa: il processo di costruzione dell’immagine – la composizione degli oggetti, il proprio posizionamento all’interno della fotografia – viene svolto in completa solitudine, in piena libertà e con tempi lenti, come lungo e lento è il processo di conoscenza di sé.
La fotografa cinese accosta il proprio corpo a elementi naturali come fiori o frutta, in composizioni che esprimono – grazie al sapiente uso delle forme e dei colori – un senso di equilibrio e pacata contemplazione.
E l’affiancamento del corpo umano che Liu fa con gli specchi, invita l’osservatore in un mondo interiore che rappresenta la donna in maniera delicata ma con grande una forza interiore.
Se da un lato l’armonia raggiunta dalle scene di Ziqian Liu allude all’auspicio di un equilibrio tra l’essere umano e il mondo che lo circonda, dall’altro il lavoro della fotografa è fortemente introspettivo e intimo.
Per questo, nel guardare i suoi scatti, l’osservatore ha la sensazione di leggere le pagine di un diario personale, di assistere a un momento privato a cui però non ha completo accesso. Il volto di Ziqian, infatti – e paradossalmente, trattandosi di autoritratti – viene sempre negato o svelato a piccoli tratti, come a invitare chi guarda a immaginarlo o a sostituirlo con il proprio, in un gioco di rimandi tra il sé e l’altro.
L’esito finale di tale processo creativo evoca una figura femminile, e un mondo intorno a lei, armoniosa e quieta, frutto in realtà di un lavoro meticoloso di totale controllo di sé e di tutti gli elementi in gioco: “Durante gli shooting – spiega l’autrice – effettuo aggiustamenti continui degli oggetti di scena e della posizione del mio corpo, fino a quando non sono soddisfatta del risultato. Premo l’otturatore dozzine di volte su ogni immagine per scegliere quella che mi piace di più. (dal comunicato stampa)
Ziqian Liu: Symbiosis, 2020 – gicléè print on Hahnemhule Photo Rag, cm90x60, Ed.5+2
Ziqian Liu: Acceptance & Isolation #1, 2021 – gicléè print on Hahnemhule Photo Rag, cm 75×50, Ed.10+2 pa
Ziqian Liu: Acceptance & Isolation #3, 2021 – gicléè print on Hahnemhule Photo Rag, cm 75×50, Ed.10+2 pa
@ ARTERICAMBI Gallery, Verona
Perché hai scelto di presentare MARIANO SARDÓN ad ArtVerona 2022?
Francesco Pandian, direttore di Artericambi: Perchè Mariano Sardón rappresenta alla perfezione il nostro tempo. Da anni l’artista si avvale della più innovativa tecnologia per giungere a risultati sorprendenti e a riflessioni che nascono dal presente che stiamo vivendo.
Ad ArtVerona 2022, in particolare, abbiamo presentato 3 nuclei di opere della sua nuova serie “Wind Tunnels”: piccole stampe digitali dal titolo “Variations on the wind”, “Blown People” di maggiori dimensioni e il video “1 Minute”, realizzato tramite la mescolanza della registrazione film classica con l’animazione digitale.
In “Variations on the Wind” e “Blown people” l’artista si avvale dell’utilizzo di un algoritmo che riproduce il movimento del vento applicandolo a decine di immagini di persone di diversa età, genere ed etnia. Le immagini finiscono così per scomporsi in innumerevoli pixel a riferimento della nostra identità umana e della nostra, sempre più digitalizzata, esperienza nel mondo, nella cui disseminazione, diffusione e mescolanza si cela il nostro destino.
È inoltre interessante osservare che se nelle piccole stampe troviamo persone in piedi, stanti, nell’opera “Blown People” l’artista ha invece selezionato tutte immagini di persone sospese in aria: uomini e donne che stanno cadendo, che danzano, che corrono, che si tuffano, ecc… Questa precisa scelta rende l’opera di ancora di più estremo dinamismo, le immagini che si dissolvono in centinaia di migliaia di pixel restituiscono perfettamente quel senso di vento e di vortice che finisce per attrarre e incatenare lo sguardo di chi l’osserva.
Anche nel video intitolato “1 Minute” l’artista ha applicato l’algoritmo che riproduce il movimento del vento, ma questa volta per testimoniare un lavoro che fa della percezione del tempo la sua massima. A centinaia di persone infatti l’artista ha chiesto di dire “bip” davanti a una videocamera; stimare la durata di 1 minuto e dire nuovamente “Bip” quando per loro il tempo fosse terminato.
Al termine del loro minuto le persone scompaiono disseminandosi in pixel, allo stesso modo di come si erano formate. La durata effimera della vita e la circostanziale costituzione dell’essere sono state la fonte di ispirazione per l’artista nella realizzazione di questo video.
Le opere di Mariano Sardón raccontano quindi di processi di trasformazione sociale, di incertezza del futuro, ma anche di nuove dimensioni, di una modernità che non è più quella liquida definita da Bauman, ma gassosa.
Mariano Sardón: Blown People #1, 2021 – c-print su alluminio, 129 x 129 cm | Courtesy Galleria Artericambi, Verona
Mariano Sardón: Variation on the wind, 2021 – c-print su alluminio, 20 x 20 cm cad. | Courtesy Galleria Artericambi, Verona
Mariano Sardón: 1 Minute, 2022 – 4K Video, flm e animazione digitale, looped video, 20 minuti circa | Courtesy Galleria Artericambi, Verona
@ Galleria Michela Rizzo, Venezia
Perché hai scelto di presentare MATTHEW ATTARD ad ArtVerona 2022?
Michela Rizzo, direttrice Galleria Michela Rizzo: Siamo stati invitati dal curatore Domenico Quaranta a partecipare alla sezione Evolution di ArtVerona, proprio con Matthew Attard (Malta, 1987).
La sezione prevedeva un approfondimento sulle nuove tecnologie e il curatore aveva individuato Matthew grazie a uno studio visit nell’ambito di una residenza online organizzata da Blitz Valletta, un’interessante realtà maltese per la promozione dell’arte contemporanea.
La mia galleria lavora da poco meno di 10 anni con questo giovane artista, nel cui lavoro evidentemente crediamo molto e che promuoviamo costantemente.
Matthew Attard, che attualmente sta ultimando un PHD alla prestigiosa Edinburgh College of Art, porta avanti una ricerca legata alle neuroscienze e all’indagine sulle modalità percettive, partendo comunque dalla tecnica del disegno, ma realizzando le opere attraverso la sperimentazione e l’utilizzo di strumenti innovativi, su tutti l’eye tracker, oggetto che permette di seguire i movimenti degli occhi.
Su questa serie di stampe e schermi luminosi esposti in fiera è infatti possibile vedere materialmente gli effetti del tracciamento oculare, della pittura visiva, che l’artista ricrea registrando in tempo reale il tracciato dell’occhio durante la visione di soggetti diversi, nello specifico caso di paesaggi.
Matthew Attard: Eye-tracking drawings of my eye, 2022 – digitally printed eye-drawings on plexiglass, 65x35cm
Matthew Attard: Eye-tracking drawings of my eye, 2022 – digitally printed eye-drawings on plexiglass, 65x35cm
Matthew Attard: Eye-tracking drawing of my eye, 2022 – Plexiglass lightbox, 65x35x8cm
FONTI e APPROFONDIMENTI:
>> sito ufficiale ArtVerona (link)
>> sito ufficiale Galleria Il Ponte, Firenze (link)
>> sito ufficiale Jean Boghossian (link)
>> sito ufficiale Paola Sosio Contemporary Art, Milano (link)
>> sito ufficiale Ziqian Liu (link)
>> sito ufficiale Artericambi Gallery, Verona (link)
>> sito ufficiale Mariano Sardòn (link)
>> sito ufficiale Galleria Michela Rizzo, Venezia (link)
>> sito ufficiale Matthew Attard (link)
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