Il digitale – racconta in questa intervista Robert Phillips, “è l’attuale mezzo con cui prendiamo appunti, facciamo disegni, salviamo le nostre immagini e ci scambiamo la corrispondenza. Tutte cose che fino a qualche anno fa si facevano con la carta e su carta”.
Cavalcando il crescente interesse di mercati e collezionismo per le opere digitali certificate, WOPART offriva la possibilità di acquistare oltre ad opere fisiche su carta, opere digitali di artisti emergenti a prezzi contenuti. Presenti oltre 50 gallerie e fondazioni provenienti da 7 Paesi, e un programma fitto di eventi collaterali messi in campo all’interno della fiera, dalle mostre tematiche ai talk, e un’esperienza di Intelligenza Artificiale sull’interazione tra uomo e macchina, durante la quale sono stati prodotti in tempo reale ritratti su carta dei visitatori.
Potrebbe spiegarmi il titolo di questa edizione: “Others. The Paper and Its Mirror, Nft!”? In che modo avete declinato l’idea d’inclusione, uno dei punti programmatici della fiera?
Robert Phillips: E’ stato naturale accompagnare quelli che sono gli attuali mezzi con cui prendiamo appunti, facciamo disegni, salviamo le nostre immagini e ci scambiamo la corrispondenza. Tutte cose che fino a qualche anno fa si facevano con la carta e su carta.
Se l’arte attuale si esprime anche con questi media abbiamo trovato giusto mostrarli agli amanti dell’arte senza mai dimenticare, però, che la carta è, e resta, l’elemento principale e fondante della nostra continuità, e questa caratteristica si riflette in fiera con la prevalente presenza di opere su carta rispetto alle digitali.
L’idea di inclusione si declina in vari modi: dalla partecipazione di arte digitale alla presenza di vari attori del mercato arte, in questo senso è stato dedicato spazio alle fondazioni locali per non dimenticare il legame con il territorio.
Con quale criterio vi siete orientati nel mondo NFT, un mercato relativamente recente la cui velocità d’ espansione è esponenziale? Come sono state selezionate le piattaforme o gli artisti, che cosa avete cercato principalmente?
Robert Phillips: Abbiamo avviato un dialogo con gli espositori, vecchi e nuovi, cercando realtà rappresentative, e concrete, di queste nuove forme di espressione.
Abbiamo opere che sono state alla Biennale di Venezia di quest’anno e diverse altre proposte da molte parti d’Europa e poi uno scienziato di intelligenza artificiale. E’ anche in questo senso che ci piace esprimere la nostra idea di inclusione: mettere in mostra gallerie, e quindi anche artisti, con background anche molto diversi tra di loro.
Può darmi un’idea di come è stata accolta dal pubblico l’inclusione degli NFT nella fiera e il progetto di Intelligenza Artificiale? Quali i progetti dell’offerta culturale di WOPART che hanno avuto maggior riscontro di pubblico?
Robert Phillips: Il pubblico ha seguito con interesse le varie proposte delle gallerie e delle Fondazioni presenti come anche i diversi “talk” dedicati ai vari argomenti della manifestazione, è stato seguito e molto visitato anche lo stand di “AM I HUMAN” (Intelligenza Artificiale) che proponeva sia esempi di installazioni che programmi interattivi, quest’ultimi particolarmente seguiti per l’opportunità che davano di interagire con le opere, coinvolgendo i presenti e con la presenza dell’artista-scienziato che spiegava con ovvia competenza le fasi della realizzazione delle opere.
Com’è cambiato, se è in effetti cambiato, il pubblico di WOPART? Lo sguardo verso il futuro digitale ha ampliato la piattaforma dei visitatori/acquirenti?
Robert Phillips: Lo speriamo. Il principio dell’inclusione così come lo intendiamo noi, presuppone la partecipazione e auspica, in questo senso, un sempre maggior coinvolgimento non solo degli espositori ma anche del pubblico che ne fruisce.
Lo scorso marzo è stato annunciato un progetto che vedrebbe Lugano capitale europea di Bitcoin. C’è anche un interesse concreto per la creazione di un polo importante per la Cripto art?
Robert Phillips: Questi sono temi che è ancora prematuro trattare, almeno in questa sede. Certamente sarà anche compito delle varie Fondazioni, Gallerie e Istituzioni riconoscere queste nuove frontiere e cercare di operare per dare valore culturale e una “casa” a queste nuove proposte.
Direbbe che le fiere stanno riprendendo dal punto in cui erano prima della pandemia? Vede il mondo del digitale come un nuovo attore che occuperà un posto molto rilevante nel circuito fieristico internazionale? (ad esempio con le opportunità di nuove esperienze espositive e di fruizione offerte dal metaverso)
Robert Phillips: Stanno riprendendo anche dando voce e fondamento a dei nuovi paradigmi. Inevitabilmente la pandemia ha scardinato il modo con cui fruiamo dell’arte e, conseguentemente, è necessario cercare una nuova socialità anche in questo ambito.
Quello che, semplificando, chiamiamo mondo digitale è già presente ed è indissolubilmente legato alla nostra vita quotidiana i vari circuiti culturali che si occupano di arte e di espressione stanno già ampiamente sfruttando le opportunità date dalla connessione globale.
Che consiglio darebbe a un neofita del collezionismo oggi?
Robert Phillips: Di essere curioso e di non fermarsi alla relativa banalità del conosciuto, seguire e appassionarsi a ciò che decide di acquisire credendo profondamente nel proprio istinto.
Add comment