Giunto alla sua sesta edizione, il Festival Internazionale Over The Real si conferma tra le grandi realtà italiane dedicate alla videoarte. La kermesse nasce nel 2016 a Viareggio per poi trasferirsi dal 2019 a Lucca. Abbiamo intervistato Maurizio Marco Tozzi, fondatore e direttore artistico del Festival insieme a Lino Strangis e Veronica D’Auria, abbiamo posto 7 domande per conoscere meglio il Festival e la sua evoluzione dalla prima all’ultima edizione conclusasi lo scorso 17 ottobre.
Maurizio Marco Tozzi è curatore e autore di numerosi saggi sulla videoarte e Coordinatore del corso di Art and Digital Technologies e Docente di Culture Digitali all’Accademia delle Belle Arti di Pisa.
Come e quando scatta l’idea di proporre un Festival Internazionale di Video arte a Viareggio?
Nel 2013 invitai a partecipare ad una mostra da me organizzata a Viareggio, Lino Strangis e Veronica D’Auria. Da subito comprendemmo che avevamo molte riflessioni in comune su come si stava evolvendo la videoarte e ritenemmo di unire le nostre forze per creare un festival che poteva dar vita a nuove interessanti connessioni con altre realtà sia italiane che straniere.
L’anno dopo partecipammo ad un Forum della Creatività indetto dal Comune di Viareggio e lo vincemmo. Dovevamo con il supporto dell’amministrazione passare alla seconda fase che prevedeva un altro Forum a carattere regionale, ma dopo pochi mesi la Giunta cadde e così andò tutto in fumo. Ma non ci perdemmo certo d’animo e decidemmo di partire ugualmente con la prima edizione grazie alla disponibilità della direttrice della GAMC Lorenzo Viani, Alessandra Belluomini Pucci e l’aiuto di alcune attività commerciali della città. Nel 2019 abbiamo poi trasferito l’evento a Lucca collaborando attivamente con il Lucca Film Festival e la Fondazione Ragghianti.
Chi compone il comitato scientifico che si occupa di selezionare gli artisti?
Oltre ad un comitato scientifico interno con quali altre realtà artistiche collaborate?
Siamo nati come un Festival dove la prima regola è collaborare e creare connessioni. La selezione Over The Real è creata tramite una call e siamo direttamente Lino, Veronica ed io ad occuparcene. Poi ogni edizione inseriamo nel comitato scientifico altri curatori e/o direttori di Festival che presentano una propria selezione.
Abbiamo collaborato con Alessandra Arnò di Visualcontainer, con il curatore spagnolo Adonay Bermudez, Gabriel Souychere di Videoformes (Clermont Ferrand, Francia), il curatore tedesco Wilfred Agricola de Cologne, Marc Mercier di Istants Video (Marsiglia, Francia), Marina Fomenko di Now & After (Mosca, Russia), Eirini Olympiou dell’ADAF (Atene, Grecia), e quest’anno hanno fatto parte del c.s. Ezra Wube dell’Addis Videoart Festival (Etiopia), Bruno Pavic dello Split Festival (Croazia) e Hernando Urrutia dell’Image Play di Lisbona (Portogallo).
Il nostro intento è anche far sì che le opere presentate a Over The Real durante l’anno siano esposte in altri spazi sia festival, musei e gallerie e così abbiamo esposto in molte sedi prestigiose come: Torrance Art Museum (Los Angeles,Usa); Areté Venue & Gallery (New York, Usa); Field Projects Gallery (Chelsea, New York,Usa); MACRO (Roma); X Biennale di Soncino (CR); Gebre Kirsots Desta Center Modern Art Museum – AVAF (Addis Abeba, Etiopia); Moscow Museum of Modern Art (Russia); 16th Athens Digital Arts Festival (Grecia).
Poi con molto piacere quest’anno siamo stati invitati al Giffoni Film Festival ed a Inventa un Film di Lenola (Lt) che ci ha conferito il Premio Originalità ed Innovazione. E’ stato un enorme piacere perché è la conferma dell’interesse di manifestazioni cinematografiche nei confronti delle nostre ricerche.
Ogni edizione prevede l’incontro con protagonisti dell’arte italiana legati al mondo dei nuovi media e del video. Nel corso degli ultimi due anni sono intervenuti ospiti di eccezione come Fabrizio Plessi e Federica Marangoni. Me ne puoi parlare?
Il nostro Festival guarda al futuro, ma non deve assolutamente dimenticare i grandi artisti che ci hanno preceduto in questa storia della sperimentazione dell’arte contemporanea dove fra l’altro l’Italia ha avuto un ruolo essenziale specialmente negli anni Settanta, ma ancora oggi primeggia con grandi eccellenze che magari non sempre hanno il giusto riscontro mediatico.
E’ per questo che ogni anno invitiamo un grande protagonista della videoarte e dei linguaggi che vedono il rapporto fra arte e nuove tecnologie per un incontro con il pubblico nel quale ci raccontano le loro esperienze. Sono momenti molto interessanti e di grande coinvolgimento.
La storia di un’artista si intreccia spesso con la vita personale e ne scaturiscono racconti e aneddoti a cui è impossibile non rimanere affascinati. E’ sempre molto emozionante ascoltare persone come appunto Fabrizio Plessi e Federica Marangoni che sono stati gli ultimi nostri ospiti d’onore. Fare videoarte ed emergere non è facile ancora oggi, figuriamoci cinquant’anni fa, ma le loro storie sono un enorme stimolo e ci aiutano a capire come si è evoluta: dai primi lavori con il nastro magnetico (videotape), a come sono nate le videoinstallazioni e di conseguenza le bellissime ibridazioni fra il video ed altri materiali. Fra l’altro sia Plessi che la Marangoni sono stati molto amici e molto apprezzati da Nam June Paik, il padre della videoarte. Ti confido che durante questi incontri non sono mancati momenti di pura commozione.
Durante i 6 giorni di Festival proponete anche dei workshop, come risponde il pubblico?
Anche la parte didattica è una prerogativa di Over The Real. Soprattutto i giovani sono molto interessati a scoprire l’utilizzo delle nuove tecnologie, i software più evoluti e quanto di più sperimentale si può realizzare con questi mezzi.
La nostra mission è quella di far comprendere che non bisogna vivere l’innovazione con passività, ma dobbiamo creare, sviluppare idee entrando dentro questi congegni e sufrattarli con una mentalità aperta senza limitarsi a quello che l’industria ci propone in versioni preimpostate. Oggi un’artista fa la differenza se il medium lo comanda.
Le ultime due edizioni in pandemia come sono state affrontate?
Abbiamo cercato con i massimi sforzi di mantenere più appuntamenti possibili in presenza. Certamente vista la situazione abbiamo reso possibile la fruizione anche on-line e nell’ultima edizione abbiamo realizzato dei talk in streaming con i vari artisti collegati da ogni parte del mondo.
L’esperienza è stata interessante ma ci sono dei limiti insuperabili. Il Festival è un momento di conoscenza, confronto e anche di pubbliche relazioni, dal vivo è indiscutibile che sia tutta un’altra storia. Over The Real alla fine è nato per questo, non penso che vorremmo mai a fare un festival completamente on-line, non sarebbe coerente con i nostri obbiettivi.
Siete giunti alla sesta edizione dal 2015 al 2021 riuscendo anche a non interrompere il flusso annuale per il Covid. Quanto è cambiato Over The Real nel corso di questi 6 anni e come cambierà nelle prossime edizioni?
A parte lo spostamento da Viareggio a Lucca Over The Real sostanzialmente non ha cambiato le sue formule. Abbiamo cercato piuttosto di stare al passo con le evoluzioni della tecnologia e saper accogliere gli input che ci arrivavano dalle molte collaborazioni aperte in questi anni.
Ogni edizione abbiamo magari dato più spazio a certe tematiche oppure a certi linguaggi sempre collegati al video, come le performance intermediali ad esempio, oppure la nuova sezione di quest’anno dedicata alle opere realizzate in realtà virtuale e/o intelligenza artificiale. Vogliamo rimanere una manifestazione dedicata a tutte le varie espansioni dell’audiovisivo e quindi già da adesso siamo a lavoro per proporre sempre qualcosa di innovativo anche per il 2022, mantenendo sempre alto il livello di ricerca.
Maurizio, da anni come curatore dedichi le tue ricerche ai linguaggi audiovisivi e al rapporto fra creatività e nuove tecnologie, anche grazie all’esperienza di Over The Real che vede la partecipazione di artisti delle ultime generazioni, come sta “evolvendo” la video arte?
Penso che la videoarte sia evolutiva per sua natura. Sin dalla sua nascita ed è sempre stata al passo con i tempi. Però ci tengo a sottolineare che questa evoluzione non è soltanto dal punto di vista tecnologico, cosa oramai irrefrenabile, ma in particolar modo lo è sotto l’aspetto dei contenuti. Le opere video, oggi più che mai, ci sottopongono a riflessioni importanti, stimolano la nostra consapevolezza, toccano argomenti di grande confronto sulle problematiche del nostro vivere quotidiano. Molto spesso il video diventa uno strumento onirico, ma proprio per questo riesce ad anticipare soluzioni risolutive.
FONTI e APPROFONDIMENTI: - sito ufficiale Over The Real(link)
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