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Peccioli: fare arte e cultura con una discarica. La parola al sindaco Renzo Macelloni

È assodato che l’offerta culturale di un territorio, se ben gestita, è un gran bel motore di sviluppo. Fare bellezza, cultura e sviluppo con una discarica è invece del tutto insolito. Per questo il caso di Peccioli è un modello in Europa.

Sotto la guida illuminata e intraprendente del più volte sindaco Renzo Macelloni, lo sviluppo di una discarica modello a Peccioli è diventata il propulsore di un coraggioso programma d’arte contemporanea, che ha portato nell’antico borgo in provincia di Pisa artisti italiani e internazionali coinvolti nella creazione di un museo diffuso.

Per citare solo alcuni esempi recenti degli interventi che hanno trasformato Peccioli e i borghi circostanti in meta di turismo culturale, VOCI è un percorso artistico-letterario d’installazioni audiovisive permanenti iniziato nel 2018, nato dalla collaborazione tra l’artista Vittorio Corsini e alcuni noti scrittori italiani. Una seconda edizione di Voci nell’ottobre 2019 ha portato all’interno del Cinema Passerotti di Peccioli un nuovo lavoro di Vittorio Corsini, ispirato a un racconto di Fabio Genovesi.

Nel maggio 2019, Alicja Kwade, e Patrick Tuttofuoco hanno realizzato installazioni site specific nella frazione di Ghizzano, dove un’intera via è stata trasformata in opera d’arte ‘abitata’ dall’artista britannico David Tremlett.

Nell’intervista che segue, Renzo Macelloni racconta la sua visione d’arte pubblica e il suo progetto per Peccioli.

Renzo Macelloni Peccioli
Renzo Macelloni © Archivio fotografico Fondazione Peccioliper – foto di Luca Passerotti

Peccioli e il suo territorio sono diventati dalla fine degli anni novanta un luogo di sperimentazione culturale attraverso un programma d’arte che in un contesto storico ha dato spazio al linguaggio del contemporaneo. Che cosa rende un’opera d’arte pubblica convincente a suo parere?

Renzo Macelloni : Come committente pubblico il mio compito è quello d’individuare artisti che siano importanti e riconosciuti dal circuito dell’arte contemporanea, per portare valore aggiunto al territorio. Allo stesso tempo devo comprendere se l’opinione pubblica, che necessariamente non è una platea d’esperti, percepisce il valore dell’opera collocata in quel territorio e nel contesto specifico. Cerco di pormi come ‘intercapedine’ fra l’artista e quello che potrebbe essere idealmente la sensazione dei cittadini. Un’opera d’arte pubblica ha diversi punti d’osservazione critica, ha una sua storia, che a volte incontra favorevolmente la percezione popolare, altre no. Il problema del committente pubblico è quello di dover essere regista anche in situazioni che conosce relativamente: non sarebbe possibile altrimenti, nessuno ha il dono dell’onniscienza.

Vittorio Corsini: Trailer, 2019 - Cinema Passerotti, Peccioli -
Vittorio Corsini: Trailer, 2019 – Cinema Passerotti, Peccioli – acciaio inox specchiante, neon, voce narrante Fabio Genovesi, dimensione ambiente| Courtesy Fondazione Peccioliper|Ph. Andrea Testi

Lei tuttavia ha di portato avanti a Peccioli moltissimi progetti che spaziano dall’arte contemporanea alla robotica, alla sperimentazione delle tecnologie più avanzate per lo smaltimento dei rifiuti. 

Renzo Macelloni : Sempre però da una posizione di ‘traduttore’. Quando mi presentano un progetto per il Comune, soprattutto di carattere tecnologico, mi metto nei panni dell’utente ignorante, di chi le cose le deve fare funzionare. Diciamo che nell’arte contemporanea il mio approccio è simile, alle volte devo dire di no a progetti di artisti e curatori non solo perché non mi convincono, ma soprattutto perché non credo che convincerebbero i cittadini.

Premetto ovviamente che la responsabilità di quello che decido resta mia.  E sono contrarissimo all’idea, oggi molto in voga, che non possiamo ipotecare il futuro dei nostri figli. Io sono qui oggi, e ho il diritto e il dovere di operare. Con quello che faccio e con quello che non faccio necessariamente ipoteco il futuro di chi verrà. E, sottolineo, anche con quello che non faccio. Abbiamo tutto il diritto di segnare il presente, come prima di noi lo hanno fatto i nostri nonni e genitori.

Peccioli Federico De Leonardis: Fessura e Contravvento II, 2000.
Federico De Leonardis: Fessura e Contravvento II, 2000. Via del Giardino, Peccioli

A quando risale il primo intervento d’arte contemporanea a Peccioli?

Renzo Macelloni : Il primo progetto venne avviato nel 1991, quando chiamai a intervenire diversi artisti, fra cui un giovane Vittorio Corsini. Allora era in corso una discussione molto accesa sulla discarica di Peccioli. E dal momento che l’arte contemporanea fa discutere, decisi che era il momento giusto per avviare un’altra provocazione: chiodo scaccia chiodo. Spesso la provocazione può essere utile, ovviamente solo se finalizzata a promuovere discussioni costruttive.

Peccioli Vittorio Corsini: Fonte,  1995
Vittorio Corsini: Fonte, 1995 – vetro, inox. Peccioli

A questo proposito, mi racconta la relazione fra arte pubblica a Peccioli e la discarica di Legoli?

Renzo Macelloni : Molto di quello che abbiamo realizzato, inclusi i molti progetti artistici, è stato possibile grazie alla discarica e all’assetto societario originalissimo della Belvedere Spa.

Iniziai a fare l’amministratore di questo comune nel 1986. Nell’88, diventai sindaco. Allora la discarica di Peccioli nella frazione di Legoli era destinata a chiudere – c’erano addirittura quattro piccole, ma abbastanza indecenti discariche qui nei dintorni. Ma chiudere la discarica non era affatto semplice, perché il percolato prodotto – di cui al tempo si sapeva poco – avrebbe comunque continuato ad infiltrare il terreno e inquinare, quindi una chiusura non avrebbe risolto il problema. Il costo della bonifica era esorbitante per un piccolo comune come il nostro. Proposi allora di smaltire anche i rifiuti della regione a fronte di un finanziamento per l’ampliamento della discarica e partì tutta l’operazione, con un ulteriore progetto di ottimizzazione della discarica nel 1990 per aumentare i metri cubi e la produzione di biogas.

In questo modo, iniziammo a riscaldare parte del comune di Legoli con il biogas. Fino al 97 la discarica fu gestita dal Comune. Da quell’anno decisi che era necessario avere in mano sia la parte gestionale economica che quella tecnica, e decisi creare la Belvedere Spa, cui fu affidata la gestione dell’impianto di smaltimento, e di reinvestire sul territorio i proventi della discarica. Era fondamentale il controllo del know-how all’interno della società, per avere le carte perfettamente in regola sulla sicurezza ambientale e inoltre far partecipare i cittadini, creando un azionariato popolare.

Peccioli,Legoli. anfiteatro nella discarica
Anfiteatro nella discarica di Legoli, Peccioli.

Oltre a creare occupazione e distribuire dividendi, incluso un dividendo sociale a supporto delle famiglie più disagiate e a finanziare progetti artistici, nella discarica abbiamo creato cultura. Abbiamo creato un anfiteatro dove abbiamo portato il maggio musicale fiorentino, e opere permanenti di grandi artisti, e presto organizzeremo anche una sfilata di moda.  È un’inversione di paradigma, da luogo “abbietto” la discarica diventa un luogo vivibile d’accoglienza e di civiltà.

Peccioli Vittorio Messina: Senza Titolo, 1992. Via Bastioni
Vittorio Messina: Senza Titolo, 1992. Via Bastioni, Peccioli.

Quali sono state le principali sfide e gli ostacoli alla creazione di progetti di arte ambientata, e come avete affrontato eventuali risposte negative?

Renzo Macelloni : Le spiego con questo episodio. Nel 1997, a Ghizzano chiesi a tre artisti (Alberto Garutti e gli olandesi Irene Fortuyn e Robert O’Brien N.d.A.) di pensare ad un intervento ispirandosi alla presenza nel territorio del pittore quattrocentesco Benozzo Gozzoli.  L’intervento di Irene Fortuyn e Robert O’Brien era da collocarsi all’esterno del santuario romanico di Ghizzano, e di conseguenza presi accordi con l’anziano parroco. Quasi un anno dopo, giunse il momento di collocare la scultura di Fortuyn e O’Brien – due panchine in marmo di Carrara su cui poggiano cinque elementi cilindrici- ai lati dell’entrata del santuario.  Vi fu una mezza insurrezione popolare! Le sculture furono al centro di una polemica e a Ghizzano venne deciso di risolvere la questione con un referendum. E alla fine le panchine vinsero! La polemica fu funzionale a raggiungere una maggiore comprensione dell’opera e l’accettazione finale del lavoro.

Peccioli Irene Fortuyn e Robert O'Brien: Ospiti, 1997  Ghizzano
Irene Fortuyn e Robert O’Brien: Ospiti, 1997 -marmo di Carrara. Facciata dell’Oratorio della Santissima Annunziata, Ghizzano

Ai cittadini, ho cercato di spiegare che abbiamo grandi bellezze, tuttavia in Toscana sono moltissimi i bei borghi. Perché la gente dovrebbe venire proprio a Peccioli? Nel borgo di Legoli abbiamo il nostro ‘pezzo’ più importante, appunto la Cappella di Santa Caterina, con il tabernacolo affrescato da Benozzo Gozzoli, che fino a vent’anni anni fa era in uno stato di totale abbandono. L’affresco è stato tutelato con un restauro, ma non bastava, per far sì che la gente venisse a visitarlo andava promosso.

Ho quindi cercato di fare presente che l’arte contemporanea può essere un modo per promuovere il territorio, per creare un senso d’accoglienza. Per questo, e voglio sottolinearlo, ho sempre voluto realizzare opere permanenti con artisti che all’interno del mondo dell’arte contemporanea abbiano un ruolo e una riconoscibilità.   Può darsi che un domani si possano fare anche interventi artistici estemporanei, ma l’importante oggi è creare un percorso che resti. 

Peccioli Alicja Kwade: SolidSky (1), 2019 - pietra Azul Macaubas -  Ghizzano.
Alicja Kwade: SolidSky (1), 2019 – pietra Azul Macaubas – Ghizzano.

Pensa che il modello Peccioli possa essere esportato anche in grandi realtà urbane?

Renzo Macelloni : Assolutamente. Capisco che le grandi realtà urbane abbiano paradigmi differenti. Ovviamente in una grande città bisogna lavorare sui quartieri e sulle periferie, che l’arte contemporanea e l’architettura possono indubbiamente aiutare a riqualificare.  Il nostro problema, piuttosto, è quello di allargare il centro storico, tenerlo vivo e popolato, e stiamo lavorando molto a questo obbiettivo.

Vorrei continuare ad avere la collaborazione di artisti di alta fama che passando del tempo a Peccioli pensino e realizzino opere studiate appositamente per il centro del borgo. I cittadini devono utilizzare, vivere l’opera d’arte.

Per questo, ad esempio, ho chiesto a David Tremlett d’intervenire su un’intera via a Ghizzano, e c’è voluta una serata intera per convincerlo! Aveva già realizzato un’opera per la discarica di Peccioli, ma ho voluto qualcosa di diverso, un’opera che la gente possa attraversare, viverci dentro. Credo che questo sia molto importante.

FONTI e APPROFONDIMENTI:
sito web Fondazione Peccioliper: http://www.fondarte.peccioli.net/#

Alessandra Alliata Nobili

Founder e Redazione | Milano
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