Inaugura il 5 aprile miart, la fiera milanese d’arte moderna e contemporanea, centro e motore dell’affollatissima Milano Art Week, il palinsesto di eventi che dal 1 aprile, per una settimana, impegna appassionati e addetti ai lavori in una kermesse di eventi in musei, gallerie e spazi indipendenti. Diretta da Alessandro Rabottini, quest’anno miart conferma il trend di crescita internazionale con la presenza di 186 gallerie provenienti da 19 paesi, una quarantina in più dell’anno passato. Facendo seguito ai reportage della nostra Alice Traforti sulle fiere di Verona 2018 e Bologna 2019, abbiamo selezionato in anteprima per voi otto gallerie italiane che partecipano al miart 2019, chiedendo loro di introdurre due degli artisti, o il progetto, che presentano in fiera, e di spiegarci perché.
@ Galleria 10 A.M. ART, Milano
Perché avete deciso di presentare il lavoro di Sandro De Alexandris e Luigi Veronesi a miart 2019?
La nostra galleria ha scelto di presentare a Miart 2019 le opere di Sandro De Alexandris e di Luigi Veronesi perché crediamo che la fiera di Milano sia oggi da considerarsi uno degli eventi più importanti in Italia ed è per questo motivo, appuntamento fondamentale per incontrare il miglior collezionismo italiano ed internazionale. La presentazione delle opere di Sandro De Alexandris in fiera è da ritenere anche il momento ideale per dare ancora più risalto alla mostra antologica dell’artista che abbiamo visibile in galleria (“1964 | 2018”, dal 14 febbraio fino all’11 aprile). Vogliamo in questo modo dare continuità al successo ottenuto da questa mostra sia dal punto di vista delle vendite che dall’importante riscontro avuto da parte di curatori ed istituzioni pubbliche italiane ed estere.
Le opere di Luigi Veronesi, invece, verranno esposte in fiera per informare il grande pubblico della mostra retrospettiva che la nostra galleria (la galleria rappresenta in esclusiva l’artista dal 2017 ed è anche la sede del Comitato Luigi Veronesi ente autorizzato ad Autenticare ed Archiviare le opere del Maestro) dedicherà all’artista nel mese di maggio (“Luigi Veronesi 1908-1998: Una retrospettiva”, dal 9 maggio al 22 giugno). La mostra ripercorrerà tutte le sperimentazioni di uno dei protagonisti indiscussi dell’astrattismo italiano e internazionale del Novecento.
Bianca Maria Menichini e Christian Akrivos
@ Galleria Ca’ di Fra’, Milano
Perché avete deciso di presentare il lavoro di Agostino Ferrari a miart 2019?
Per noi Miart è sempre un appuntamento importante e prestigioso. Un’occasione per mostrare il lavoro portato avanti con gli artisti e/o i loro relativi archivi durante la nostra attività di galleria.
Quest’anno abbiamo creato un progetto che coinvolge artisti come Alighiero Boetti, Agostino Ferrari, Joseph Kosuth, Ugo La Pietra, Leoncillo, Salvo, Grazia Varisco.
Ca’ di Fra’ collabora da anni con Agostino Ferrari.Intellettuale della ricerca sul Segno (fine anni ‘50), con l’esperienza del Cenobio (1962/64 poliedrico gruppo milanese: Ugo La Pietra, Ettore Sordini, Arturo Vermi, Angelo Verga) diventa uno dei protagonisti del panorama artistico milanese fino ai nostri giorni. Ferrari si pone come obbiettivo di dare un’immagine materiale e fisica del segno, superando la bidimensionalità della tela e fornendo allo stesso caratteristiche oggettive, rappresentandolo insomma nei suoi elementi di natura fisica diversa: Il segno simbolo, dipinto su una superficie bianca o trasparente; il segno fisico positivo, realizzato con materiale che si pone in rilievo sulla superficie; il segno fisico negativo, o memoria, rappresentato da una fessura intagliata nel pannello di legno o nella tela.
Il 2018 è stato un anno importante per il suo lavoro, celebrato con la mostra antologica “Segni nel tempo” a Museo del ‘900 di Milano e la presentazione del Catalogo Ragionato a cura di Martina Corgnati. Ca’ di Fra’ presenterà in fiera una delle opere più recenti…quasi una sintesi del suo percorso creativo.
Manuela Composti
@ Cardelli&Fontana artecontemporanea, Sarzana (SP)
Perché ha deciso di presentare l’astratto geometrico e il Mac, e il lavoro di Renata Boero a miart 2019?
La nostra galleria da circa vent’anni propone l’astratto geometrico ed il Mac ai collezionisti che ci seguono in questa passione. Parlo di passione perché di questo si tratta. Anni fa mi resi conto che questo movimento straordinario era poco trattato dai miei colleghi. Cominciai ad occuparmene e diventò nel tempo un vero e proprio amore. Sono felice di aver trovato molti collezionisti che mi hanno seguito nel tempo e che ad oggi hanno collezioni bellissime. Quindi, per quanto riguarda la sua domanda, la mia risposta è perché ci credo. Siamo ormai da tempo punto di riferimento per questo movimento e abbiamo molte persone che aspettano la fiera per vedere le novità che siamo riusciti, devo dire sempre più con grande fatica, a trovare per loro.
Con Renata Boero collaboriamo ormai da più di dieci anni. La sua ricerca nasce alla fine degli anni sessanta con l’uso di terre ed elementi naturali come ad esempio le spezie; le sue opere riportano immediatamente alla natura, ai suoi colori, ai suoi odori, al rapporto più intimo tra l’uomo e la terra. In quegli anni nascono i “Cromogrammi” che rimarranno sempre punto di riferimento e richiamo per tutta la sua vita artistica;
al Miart esporremo un’opera di grandi dimensioni di quel periodo. La Boero è sicuramente un grande esempio di donna artista che con coerenza e tenacia ha saputo crearsi un nome importante nel panorama artistico italiano. Nell’occasione segnaliamo la sua personale al Museo del ‘900 a Milano dal titolo “Renata Boero. Kromos-Kronos” dal 2 aprile al 23 giugno 2019.
Cesare Cardelli
@ Galleria Raffaella Cortese, Milano
Perché ha deciso di presentare il lavoro di Anna Maria Maiolino e Monica Bonvicini a miart 2019?
In occasione della prima retrospettiva italiana di Anna Maria Maiolino al PAC, Milano, abbiamo deciso di rendere omaggio all’artista italo-brasiliana, che siamo orgogliosi di rappresentare dal 2009, presentando a Miart 2019 una selezione di suoi lavori storici e recenti.
In fiera esponiamo lavori che spaziano tra tutti i medium da lei utilizzati quali la pittura, il disegno, la scultura e la fotografia. Esponiamo diverse fotografie della serie Fotopoemação (Photo-poem-action). È una serie molto significativa nella quale compare anche l’elemento l’uovo, un oggetto simbolico che ha iniziato a comparire nei suoi video negli anni ’70, e presente in una delle sue più note performance, Entrevidas (Between Lives) del 1981, in cui l’artista camminava attraverso una strada cosparsa di uova. Nella serie fotografica in bianco e nero di Vida Afora (Life Line) dello stesso anno, l’uovo si muove attraverso luoghi di vita quotidiana a Rio, incontrando situazioni politiche e personali, come si vede in quest’opera Untitled (Senza Titolo) appartenente alla serie.
Le opere di Anna Maria dialogano con i lavori di Francesco Arena, Monica Bonvicini, Michael Fliri, Roni Horn, Luisa Lambri, Zoe Leonard, Marcello Maloberti e Franco Vimercati.
Un’opera per noi molto importante è la scultura Hang you dry di Monica Bonvicini.
Dalla metà degli anni Novanta nelle sue installazioni, sculture, disegni e illustrazioni, Monica indaga tematiche complesse come il rapporto tra l’architettura, il potere, i generi, lo spazio, la sorveglianza e il controllo. È una scultura composta da due elementi che costituiscono l’installazione e giocano ruoli antagonisti: la parete metallica è riappropriazione dall’architettura industriale, mentre il maniglione metallico, non appariscente, attaccato al muro è un elemento che si trova normalmente in spazi privati come i bagni. Il telo figurativo, composto di tubi al neon, è appeso sopra come un tipico asciugamano.
La luce bianca, fredda e dispersiva del neon potrebbe essere un attributo di spazi molto diversi: capannoni industriali, bagni e servizi igienici pubblici, ma anche gallerie d’arte con spazi White Cube. Oltre a creare allusioni inaspettate ma perspicaci tra i diversi tipi di architettura e spazi, Bonvicini crea anche un gioco di storia dell’arte scegliendo i materiali e le tecniche associate all’arte concettuale degli anni ’60. È un lavoro molto potente che tramite le luci al neon gioca con la percezione sensoriale dell’ambiente.
Raffaella Cortese
@ Galleria d’Arte Frediano Farsetti, Milano
Perché avete deciso di presentare il lavoro di Giorgio de Chirico e Vittorio Corsini a miart 2019?
La Galleria d’Arte Frediano Farsetti nasce dall’esperienza di Frediano e Franco Farsetti i quali in oltre sessant’anni di attività si sono occupati sia di artisti già affermati che di autori a loro contemporanei che poi si sono storicizzati, basti pensare a Lucio Fontana, le cui opere appaiono nei cataloghi Farsetti già dai primi anni Sessanta.
È per tale motivo che abbiamo deciso di mantenere nella scelta espositiva di Miart la compresenza di questi due criteri che ci hanno portato a selezionare tra le altre, opere di Giorgio de Chirico e Vittorio Corsini.
Per quanto riguarda Vittorio Corsini, l’intenzione è quella di creare un rapporto diretto con l’artista lasciandogli la libertà di giocare con gli spazi per creare opere site specific o performance ad hoc, come quella che verrà realizzata per la nostra Galleria di Milano in concomitanza di Miart.
Vittorio Corsini è il primo artista chiamato a prendere parte al progetto di arte contemporanea realizzato in sinergia con Arte in Fabbrica, della Gori Tessuti di Calenzano.
Abbracciando una logica aperta e dinamica dove l’arte è luogo di affinità e differenze, di possibilità e confronto, la Galleria Frediano Farsetti e Arte in Fabbrica costituiscono un ponte tra Milano e l’hinterland fiorentino coinvolgendo l’artista in una sfida: realizzare un progetto ad hoc per i due spazi espositivi – intitolato Unstable quello per la Galleria Farsetti ed Environments quello per Arte in Fabbrica – che metta in relazione geografie e ambienti culturali diversi.
Di Giorgio de Chirico ci siamo sempre occupati, dedicando al maestro numerose mostre e cataloghi, è un artista di eco internazionale che desta sempre molto interesse nel pubblico e ancora oggi le sue opere hanno il potere di suscitare curiosità.
Sonia e Leonardo Farsetti
@ Galleria Primo Marella, Milano
Perché ha deciso di presentare il lavoro di Joel Andrianomearisoa e Januario Jano a miart 2019?
A Miart 2019 abbiamo deciso di presentare il lavoro di Joel Andrianomearisoa e Januario Jano all’interno di quell’area dello stand dedicata all’arte contemporanea africana, parte fondamentale dell’identità della galleria ormai dal 2009.
Abbiamo rivolto la nostra attenzione soprattutto a quegli artisti la cui pratica è ancora profondamente radicata nella tradizione “artigianale”, sia per la scelta dei materiali sia per la tipologia di produzione artistica. Il lavoro di Joel Andrianomearisoa si sviluppa attorno a una narrazione implicita, spesso astratta, Il suo mondo, fatto di forme, è strettamente intrecciato al suo lavoro, spesso permeato da una profonda tristezza, causata da un’assenza impossibile da colmare… il ritorno alla sua terra natia.
Negli ultimi anni le sue opere sono state spesso realizzate con tessuti, carta, a volte legno, o addirittura con oggetti inaspettati (specchi, profumi, francobolli … ecc.) con cui reinventa la magia e scatena l’emozione.In fiera presenteremo opere facenti parte dell’ultima produzione dell’artista, Labyrinth of passions, tessuti ricercati dall’artista in giro per il mondo al quale lui da forma e consapevolezza abbinandoli tra loro.
Altro artista esposto sarà Januario Jano, giovane artista angolano che vive e lavora tra Luanda, Lisbona e Londra. Queste tre città si riflettono nella sua pratica artistica. Luanda è la città natale, luogo da cui parte per la creazione della narrazione e dal quale esplora le connessioni fisiche, emozionali e razionali legate ad essa; Londra e Lisbona sono il nutrimento quotidiano, attento e inarrestabile che riesce a dare ispirazioni e idee differenti con cui egli può completare il suo racconto multidisciplinare.
Januario esplora le opposte nozioni di moderna cultura pop e pratiche tradizionali attraverso performance, fotografia e tessuti. I materiali scelti sono parte di un vocabolario più articolato che creano un linguaggio proprio dell’artista e ne definiscono sin dall’inizio il risultato finale sia da un punto di vista estetico sia narrativo. Nella ricerca di Januario Jano il corpo ricopre un ruolo centrale essendo il principale compositore del collegamento tra presente e passato.
Primo Marella
@ Galleria Francesca Minini
Perché ha deciso di presentare il lavoro di Carla Accardi a miart?
A settembre dell’anno scorso la galleria Francesca Minini ha ripreso la stagione espositiva con una grande mostra personale di Carla Accardi. Un importante doppio progetto di mostra che ha coinvolto anche gli spazi della Galleria Massimo Minini di Brescia. In occasione delle due mostre si è collaborato a stretto contatto con l’archivio San Filippo di Roma, che dalla scomparsa di Carla lavora alla promozione del suo lavoro.
Su questa linea la galleria Francesca Minini sta lavorando per promuovere la diffusione e la conoscenza della ricerca di questa grande artista e della preziosa eredità che ci ha lasciato, rappresentandola in galleria e cercando di far conoscere la sua opera anche al di fuori dei confini nazionali, dove sta riscontrando successo e interesse. Per queste ragioni anche a miart2019, una delle fiere più importanti in Italia, Francesca Minini ha deciso di partecipare con delle opere di Carla Accardi.
Francesca Minini
@ Osart Gallery, Milano
Perché ha deciso di presentare un progetto di fotografia a miart 2019?
Ho deciso di partecipare alla edizione 2019 di Miart con questo progetto perchè rappresenta il mio costante interesse, personale e professionale, per la ricerca fotografica intesa come mezzo che va oltre la pura rappresentazione.
Il progetto vuole cogliere, attraverso grandi protagonisti dell’arte come Acconci, Agnetti, Hutchinson, Kaprow, Michals, Oppenheim, Pane, Prini, un modo completamente diverso di intendere la fotografia ovvero di trasformarla in un vero e proprio linguaggio universale che trascende la comune idea di fotografia intesa come puro mezzo di riproduzione della realtà. Ciascuno degli autori presentati ha utilizzato questo linguaggio in ambiti diversi che spaziano tra Body Art, Narrative Art, Land Art ed Arte Concettuale ed è un dialogo che viene costruito anche per una forte attinenza ad un periodo storico ben preciso che va dagli anni 60′ per arrivare agli anni 70, e che spesso ha incrociato il lavoro e le vite degli artisti stessi.
Questa presentazione va a completare un percorso che la galleria ha cominciato anni addietro attraverso un lavoro di mostre personali su alcuni di questi artisti (Pane, Prini, Michals, Agnetti, Tagliaferro) e mostre collettive come “Conceptual Photography” e “Photosequences”. Miart sicuramente è una grande occasione per poter mostrare ad un pubblico numeroso e competente una parte di ricerca artistica di un’importanza storica incredibile e da noi molto amata e forse è un po’ ‘una chiusura del cerchio’ per l’attività di riscoperta che la galleria ha fatto in questi anni.
Andrea Sirio Ortolani
Fonti e approfondimenti: - 10 AM ART Galleria D'Arte | Milano (link) - Galleria Ca' di Fra | Milano (link) - Cardelli & Fontana artecontemporanea | Sarzana (link) - Galleria Raffaella Cortese | Milano (link) - Galleria Frediano Farsetti | Milano (link) - Primo Marella Gallery | Milano (link) - Galleria Francesca Minini | Milano (link) - Osart Gallery |Milano (link)
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